Italian
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e lo stesso Alessi, che andò ad aprire, non riconobbe 'Ntoni il quale tornava colla sporta sotto il braccio, tanto era mutato, coperto di polvere, e colla barba lunga. Come fu entrato, e si fu messo a sedere in un cantuccio, non osavano quasi fargli festa
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Cadeva la sera, smorta, in un gran silenzio. Poi si udirono lontano le chiese di Francofonte, che scampanavano. — La bella vigilia di Natale che mi mandò Domeneddio! — balbettò compare Cosimo, colla lingua grossa dallo spasimo
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solo e abbandonato, come uno che non ha nè possiede!. Chi vi siete trovato accanto nel bisogno, ditelo? Vostra figlia vi manda solt- anto belle parole.
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e gli leva il cappotto, glie lo infila, gli accomoda la cravatta, lo spol- vera, lo riliscia, gli guarda i quaderni: si capisce che non ha altro pensiero, che non vede nulla di più bello al mondo.
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la zia baronessa che aveva il cacciatore colle penne, i cugini del babbo che possede- vano cinque feudi l'uno attaccato all'altro, nello stato di Caltagirone.
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Mazzia si ricollocò di faccia a lui e gli mise innanzi le carte. --Piano--disse il vecchietto--non c'è fretta. Vi fu un silenzio. Il segretario scoteva malinconicamente la testa.
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Ora questa piange; ha pianto e ha soffer- to tanto, lungo tutto il viaggio in treno, che è stato in sessantasei anni il suo primo viaggio:
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E di questo, chiamato uno notaio, fecero uno stromento publico con tutte quelle solennità che in tal materia si ri- chieggono.
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Giú per terra la brocca riposava con le sue anse sui fianchi e la pentola capovolta le dormiva accanto.
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uno, il maggiore, disteso sul sedile, sotto un mantelletto; l'altro qua, rinchioccito, col capino biondo su le gambe di lei.
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Ora dove vai a quest'ora? La fece entrare nella stalla. Essa nello staccarsi dal muro lasciò una pozza d'acqua, lì davanti all'uscio dove era stata ad aspettare.
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I pesci grossi stavano sott'acqua durante la maretta, e non si fa- cevano vedere, anche quelli che erano teste di pesce, e lasciavano il sindaco col naso in aria a cercare la foglia. —
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Mara gli piantò in faccia i suoi begli occhioni neri neri, e si fece il segno della croce. — Perchè volete farmi far peccato in questo giorno! esclamò. —
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direi--diceva--quello che credo di poter dire; ditemi voi se vi pare che sia a proposito.--Non gestiva affatto; teneva tutt'e due le mani sulle ginocchia.
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Ma non potendo dubitare del fatto, così audacemente asserito dal suo superiore e corroborato da una lettera di quella fatta, arrisicò un giudizio severo sulla gravità dei ministri in genere, e di quello dell'interno in particolare.
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Una volta si fermò davanti al serafino, come se volesse dirgli qualche cosa; poi si volse di schianto e proseguì la sua via. Si pentì subito subito, e tornò indietro; si fermò da capo, e la parola gli tremava sulle labbra.
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Il giorno in cui avvenne quel parapiglia nel Palazzo di Città, che le voci si udivano sin nella piazzetta di Sant'Agata, apparve per un istante alla fine- stra la cima di un berretto bianco tremolante.
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vegeto e forte, finché egli non crepi! Avete capito? — 'Cillenzasí, come voscenza comanda, — rispose il vecchio investito, stordito da quella furia rabbiosa di pa- role
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Dove s'annida e si contorce al sole La serpe, e dove al noto Cavernoso covil torna il coniglio; Fur liete ville e colti, E biondeggiàr di spiche,
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che costa venticinque mila napoleoni. Un profumiere inglese consacra una palazzina ai suoi cosmetici e alle sue boccette?
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e lo incominciò sì fattamente pistare, che non gli rimase membro che tutto pisto e rotto non fusse: e poco mancò che morto non rimanesse.
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Siate la ben venuta, disse Travaglino, la mia patrona; e fattala sedere, parec- chio la mensa, e recò del caso pecorino ed altre cose per onorarla. E
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Pareva che lui solo capisse le cose più assurde e inverosimili, da che non sperando più, per così dire, direttamente, ma coltivando per passatempo speranze immaginarie,
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In Cesena, nobil città della Romagna, presso la quale corre l'I fiume detto Savio, trovavasi una vedo- vella povera, ma da bene; e Lucietta si chiamava.
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Sicuro! Io volevo far godere un poca di libertà a quel povero canarino che s'era annoiato a star sempre rinchiuso in quella gabbia; è forse colpa mia se il canarino appena fuori ha sporcato il ricamo di seta della sera Matilde?
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Il terzo giorno la critica comincia il suo lavoro di strangolamento; una prima scarica di articoli furibondi ferisce la commedia al cuore;
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muore. Gli occhi gli si arrossarono, e copiose lagrime ripresero a colargli per le guance, mentre si sforza- va di soffocare i singhiozzi che gli scotevano il petto.
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Dirimpetto, sugli scalini della croce in campo alla strada, c'erano altri in crocchio, che guardavano, e parlavano sottovoce fra di loro, col viso scuro.
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È inutile. I contadini sono ignoranti, e perciò in tutte le cose si lasciano sempre trasportare all'esagerazione. A vederli correre affannati e fuor della grazia di Dio
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Ma poiché tutti gli voltavano le spalle, indignati, pro- tendeva il collo, apriva a ventaglio davanti al petto le mani e, contraendo in giú gli angoli della bocca, ripete- va tra sé: — Io non so com'è la gente
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Tre giorni dopo, il ministro rispondeva di suo pugno: Cavaliere carissimo.--Non dubiti, provvederò pel Gentili, com'Ella giustamente propone. Ella faccia il suo dovere, come sempre. Lavoriamo per un nobile intento.
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Questa povera be- stia se lo guadagna il pane. Quando ci avrò messi da parte un po' di soldi comprerò un mulo, e potrò tirarmi su a fare il carrettiere davvero, come compare
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tra la spiga et la man qual muro è messo? Lasso, nol so; ma sí conosco io bene che per far piú dogliosa la mia vita amor m'addusse in sí gioiosa spene.
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Si re- cavano alle labbra la tazza di caffè, lo sciop di birra, il bicchiere di menta, col gesto di chi pensa: — Poiché è ancora necessario ch'io lo beva
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Scese verso Piazza delle Terme, tutta sonora dell'acqua luminosa della fontana delle Najadi. Ri- cordò che la moglie non voleva ch'egli si fermasse a guardar quelle Najadi sguajate. E non si fermò.
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La signora Léuca, a questa notizia, s'aombra. Domanda al parroco e all'avvocato, se quando le proposero d'accordare al marito il conforto di quelle visite, erano a conoscenza di questo male che minacciava la donna.
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e quell'uomo là, il quale, per quanto dicano che sia molto rispettoso verso di lei, pur tuttavia deve pe- sarle come un macigno sul petto. Non c'è dubbio che le daranno molto da fare quelle tre bambine;
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Qui ci vuole un consiglio di don Silvestro il segre- tario, suggerì Maruzza. Portategli quelle due galline là, e qualche cosa vi saprà dire. Don Silvestro disse che non c'era tempo da perdere,
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Non ci entrerai! pensò Alice, ed attese sino a che le parve che il Coniglio fosse sotto la finestra; allora aprì d'un subito la mano come se volesse acchiappare qualche cosa nell'aria.
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E tornava a cercare massaro Filippo nella botte- ga di Pizzuto, tastando i muri col bastone. Sua figlia fa- ceva la sdegnosa, protestando che non avrebbe mai pie- gato il capo a don Michele, dopo la partaccia che colui le aveva fatto.
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È possibile che la natura umana ci condanni a morte, e che la gioventù non trovi in sè medesima quella forza di risurrezione che trova la più umile pianta, nella vicenda delle stagioni?
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E noi, da giovani non abbiamo amato? Ma il tempo passa, vossignoria; e il ragazzo diventa strano. Grixenda mia è ridotta a un filo.
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Consisteva in un enorme tubo di lamiera d'acciaio, lungo centocinquanta metri con un diametro di cinque, pesante ottantamila chilogrammi e fissato su due enormi pilastri di pietra.
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Non ho saputo nulla rispondere, nulla dire a confortarla. Tutto ieri ella è rimasta in sala. A sera, per le finestre, entra un gran profumo di zagare, dal giardino.
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Sú, in sala. Dal colonnello. Rigido sull'attenti, coi compagni, davanti una tavola massiccia, ingombra d'incartamenti, fin dalle prime pa- role di quel colonnello dei carabinieri,
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A queste parole mio cognato s'è slanciato sul giornalino e ha voluto vedere quelle pagine dove è descritto il mio viaggio sulla traversa dietro la carrozza e la scena che, successe quando li sorpresi tutti in chiesa e li rimproverai perché non mi avevano detto nulla.
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delle case di vetro, degli archi trionfali, delle specie di colossali trionfi da tavola, carichi di oggetti, che potrebbero stare in mezzo a una piazza.
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ciascun di quei candori in su si stese con la sua cima, si che l'alto affetto ch'elli avieno a Maria mi fu palese.
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Ti secchi ogni giorno di piú, — disse Natòlia entrando. Grixenda infatti era magra e pallida; acerba ancora, ma come inaridita;
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C'erano parecchie figure disegnate su quel foglio; ma il Chiacchiera ne indicava una tra tante, che si vedeva nel mezzo, tirata giù alla brava, come una impressione momentanea. Avete già indovinato che era una figura di donna.
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l'albergo della inevitabile Croce di Malta, la gran piazza dei Signori e il caffè della Rosa bianca, che era il rifugio degli sfaccendati del capoluogo. Di questi, il signor Prospero ne incontrò subito una mezza dozzina.
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se dall'urna fosse sortito il suo nome, e vedendolo lí davanti all'altare inginocchiato, rimestando nell'urna avrebbe voluto che per un miracolo le sue dita indovinassero la polizzina che ne conteneva il nome.
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Me ne accorsi in una triste giornata di novembre, a Milano, tornato da poco dal mio giretto in Germania. Faceva freddo, ed era imminente la pioggia, con la sera.
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un bel viso ardimentoso e severo di siciliano. Se ne stava solo vicino all'albero di trinchetto, seduto sopra un mucchio di corde, accanto a una valigia logora, che conteneva la sua roba,
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Venuta in campagna la signorina, Gerlando le aveva fatto rivolgere dalla madre la preghiera di persuadere al padre che la smettesse di tormentarlo con questa scuola, con questa scuola, con questa scuola! Non ne poteva più!
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E certo la sua doglia più m incende, Quand' io mi penso ben, donna, che voi Per man d' Amor là entro pinta sete;
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--E sia;--rispose Filippo.--Può esser bene come tu dici. Non vedo infatti la via polverosa. --Oh, per questo, non ci ho merito; è piovuto stanotte.
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Però don Silvestro si faceva vedere a braccetto con don Michele, e nessuno osava dir parola in faccia a loro di quei discorsi che correvano. Ora donna Rosolina gli sbatteva la finestra sul naso, allorché
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Il che il re in quel punto non intese quello che Chiappino volesse inferire. Ma Costanzo, che al tutto aveva com- preso, acciò che Chiappino più oltre non procedesse, gli troncò la strada, dicendo:
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Erano quasi eguali, i due portoni, preceduti da tre gradini rotti invasi d'erba; ma mentre il portone dell'antico cimitero era sormontato appena da un'asse corrosa,
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Dimitrio, essendo stato per alcun tempo in Cipro ed avendo delle sue mercatanzie assai ragionevolmente guadagnato, a Vi- negia ritornò; e
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Si ascoltò il primo atto, si fischiò: il secondo e non si volle sentire il terzo. Il fracasso era tale che i critici non potevano neppur sentire il nome dei personaggi;
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con questo po' di tegola che m'è cascata fra capo e col- lo. capite che non ho voglia di scherzare adesso!. Il capomastro si intromise per calmarli.
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mi vedo costretto, per esempio, tante volte, a tirarmi tra le gambe il mio piccino, l'unico mio figlioletto, e a mettermi a insegnargli d'amare,
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Il capostazione mandò subito un facchino a verificare la garetta dove avevo viaggiato e, saputo che non c'era il vetro, mi fece aumentare la contravvenzione di ottanta centesimi come se l'avessi rotto io!
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La prima volta lo aveva fatto per la figlia, per trovare nel sonno magnetico l'erba che gliela doveva guarire.
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Gli pareva però che il Verona ritrovasse la serenità di prima solamente quando scherzava con la loro piccola Ginetta, che cresceva a vista d'occhio, florida e vispa.
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Di noi? - disse la Lepre dai piè veloci. - O mia buona comare, credimi, che questa è una pazzia. Stasera quattro grani prova a pigliar d'elleboro; però se lo scommettere ti piace, scommettiamo
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E perché durante la sua assenza il folletto non entrasse, lasciò il tizzone acceso sulla soglia della porta.
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Infine che volete? le disse come furono soli, a voi che ve ne importa se mettono il dazio sulla pece? forse che lo pagate voi o vostro marito? o non devono pagarlo piuttosto quelli che hanno bisogno di far accomodare le loro barche?
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quella della morte del Coupeau nell'Assommoir. Si direbbe che la sua mente, per lavorar poi tranquilla e libera intorno alle minuzie,
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Richiuse la cassapanca, vi si pose a sedere, nascose il volto tra le mani, e scoppiò in un pianto di- rotto.
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E il disinganno diviene appunto dalla sproporzione tra l'entità del fatto e il troppo pensiero che se ne son date. Biso- gna risolversi subito, cara signora! Lo penso, lo faccio. È così semplice!
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La strada era affollata di parenti, che ave- vano invaso anche il camerone, e molti erano entrati nelle classi, pigiandosi fino accanto al tavolino del mae- stro:
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--Avete guardato in biblioteca? Ah sì, davvero,--gridò il serafino, ridendo,--l'unico luogo dove non sono andato! Ma egli è così poco amante della lettura, che in verità non mi passò neanche per la mente di cercarlo là dentro.
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In gioventù, una trentina d'anni fa, si doveva esser molto compiaciuta di se stessa, quella signora Elvira, se con tanta ostinazione aveva voluto conservarsi tal quale,
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Sei troppo sospettoso. A buon conto, non son io che te ne ho scritto? Se non t'accennavo io il suo nome, un mese fa, non ne sapresti forse l'esistenza; certo, ne ignoreresti la presenza in Corsenna. Del
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Quando gli accadeva di muover la testa e di volgersi a lei, diventava del color della fiamma. Ora una donna, quando vede di simili cose, non ha mestieri di lunghi discorsi, nè di lunghe contemplazioni.
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Franti scomparve. I soldati passavano a quattro a quattro, sudati e coperti di polve- re, e i fucili scintillavano al sole. Il Direttore disse: -
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Lasciate parlare donna Concettina che è in collera, e non si rammenta più che allora non mi diceva tutte queste parolacce, quando mi faceva venire qui di notte, al tempo di suo marito il Grosso, buon'anima! qui, dove posiamo i piedi adesso! —
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credo bene che potesse riuscire accetta una narrazione minuta e piena d'oziosi particolari. Si legge o non si legge in Quintiliano, come voi m'avete insegnato, che la storia doveva esser fatta per raccontare e non per provare? —
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È già la seconda o la terza volta che li vedo tremare così. Chi sono? Dei signori americani che fanno il giro del mondo. In quel momento Holker si avvicinò a loro.
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--La mano divina si ritira. in camera di consiglio;--rispose la signorina Adele, con un sorriso malizioso che ricordava il monachino biondo;--essa darà risposta domani al marchese Gherardo Melli, che sarà il benvenuto.--
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principi ed operai, donne e giovanetti, entusiasti ardenti, vanno a visitarlo. Ogni sua apparizione in pubblico è un trionfo.
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Il signor duca, colla parlantina sciolta, discorreva un po' di tutto, di agricoltura col padrone di casa, di mode con le signore, di famiglie antiche col marchese Limòli.
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E io? — Cosí. Sempre: — E io? — in ogni occasione. Che è qui la base della vera saggezza. Quand'ero matto invece
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Il veder frustrata la loro natura- le aspirazione, il dover soffocare il loro smanioso bisogno istintivo, le aveva esasperate e le faceva un po' farneticare.
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pecorino? Sí? davvero? Oh che piacere! E gli sorrisi anche quando in cantina, con un'aria da Carlomagno, mi mostrò quattro lunghe andane di botti,
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Taccio i strabocchevoli pericoli, taccio gli innumerabili mali, ne' quali gli uomini e le donne disavedutamente incorreno per cagion di questa malva- gia gelosia.
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tutto lampeggiante dei riflessi del sole al tramonto sul mare un po' mosso a ogni sollevarsi dei parasoli, quei tre benedetti ragazzi, che non erano stati mai su un piroscafo, parevano impazziti;
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mobilia modesta, ma di cui tuttavia si capiva che Ninfarosa non avrebbe potuto da sola pagarsi il lusso, coi suoi guadagni molto incerti di sarta rurale.
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Morena e Carlino Sanni avevano stimato prudente e giudizioso, due anni addietro, cioè ai primi aumenti dello stipendio, provve- dere anche insieme al bisogno indispensabile d'una don- na,
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Marameo! - ho detto fra me, e son salito a prepararmi la valigia con Caterina, perché da me solo, col braccio malato, non posso. Ho messo tutto quel che mi può occorrere a Roma
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Intanto, terminata l'ora, dall'aula vicina usciva rumorosamente una frotta di studenti di legge, ch'erano forse i proprietarii di quei soprabiti. Subito
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e San Giuseppe ha in mano il bàcolo fiorito, e dietro sono il bue e l'asinello. Aveva voluto che fosse ben grande il presepe quel- l'anno, il caro nonno,
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Era la voce d'una delle cinque nipotine, la voce di Susanna, la maggiore e la più cara al signor Anselmo, che la chiamava Susì. Aveva accolto in casa da due anni quelle cinque nipotine, insieme con la nuora, alla morte dell'unico figliuolo.
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perché era vecchio sì e piangeva lì in casa come un bambino, ma oh! mosche sul naso non se n'era fatte posar mai,
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Anzi - gli consigliò - fatela stimare avanti da lui stesso. - Bacio le mani - disse Don Lollò, andando via di corsa.
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Si- gnor mio, sappiate ch'io sono quella Luciana, la quale infelicemente generaste e con Pietro pazzo e col fanciullo a morte crudelmente dannaste.
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Assorto nel continuo tormento di quella sua sciagurata esistenza, assorto tutto il giorno nei conti del suo ufficio, senza mai un momento di respiro, come una bestia bendata, aggiogata alla stanga
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